La ragazza che desiderava un fiore
Ta hćï, ki jë tëla rožico
La ragazza che desiderava un fiore è uno splendido esempio di fiaba popolare che è stata narrata nel 1968 dalla novellatrice Valentina Pielich, chiamata Tïna Wajtawa, nella frazione di Stolvizza in Val Resia, situata tra le Alpi e le Prealpi Giulie.
Proprio a Resia si è conservato un immenso patrimonio culturale immateriale che è ancora in vita e si tramanda nella narrativa, nel canto, nella musica e nella danza. La fiaba qui proposta appartiene ad un importante archivio sonoro raccolto sul campo dall’etnologo sloveno Milko Matičetov, che negli anni Sessanta e Settanta del Novecento ha collezionato a Resia, e non soltanto, un'immensa eredità culturale. Questo patrimonio, che è ora a disposizione delle generazioni attuali e di quelle future, comprende alcune migliaia di testi della tradizione orale che sono stati narrati, recitati o cantati da decine e decine di autori popolari.
Tra questi occupa un posto di rilievo Tïna Wajtawa non soltanto per il numero di testi tramandati, per la precisione 403, ma anche per la lingua, lo stile, la varietà di tipologie testuali e di motivi che caratterizzano la sua narrativa. Grazie alle peculiarità del suo eccezionale repertorio, Tïna Wajtawa può essere annoverata tra le più affascinanti e creative novellatrici popolari dell’area centro-europea.
La ragazza che desiderava un fiore è un testo che appartiene al genere della fiaba e lo consideriamo una testimonianza orale molto rara, dato che simili testi si sviluppano con particolare ampiezza e complessità di motivi, fatto che oggi, nello spazio europeo, si incontra ormai soltanto in rari casi.
Dal punto di vista dei contenuti questa fiaba di magia rappresenta la variante di un tipo contemplato dall’indice internazionale Aarne-Thompson-Uther al n° 425A ed è intitolato »L’animale come sposo« che, nella storia, è divenuto tale in seguito a un incantesimo.
Inauguriamo così la collana Rozajanske pravice ‘Fiabe resiane’ con un racconto di elevatissimo valore culturale e di rara bellezza. Lo abbiamo scelto dall’immenso tesoro dei racconti tramandatici dai testimoni della tradizione resiana: donne, soprattutto, e uomini che hanno avuto la fortuna di vivere nell’incanto della natura e nella meraviglia della creatività. I lettori resiani inoltre potranno apprezzare il fascino del racconto anche nell’originale, reso nel dialetto sloveno di Resia e nelle versioni che lo accompagnano.
Roberto Dapit
Il libro è invendita nelle librerie slovene, presso il Centro triestino del libro e la Libreria Cattolica di Gorizia e sul sito www.buca.si.